Gli auguri per il nuovo anno li facciamo condividendo alcune riflessioni maturate dalle letture natalizie. L’augurio ulteriore – oltre che di stare bene e di avere tante occasioni di crescita – è di poter condividere in questo anno tante conoscenze, di persone e di cose.
I brani che condivido ruotano intorno alla contrapposizione tra forza delle community e forza della competenza e dei talenti. Lo sviluppo e la formazione all’interno delle organizzazioni si sono molto concentrate sul tema della competenza e della ricerca e gestione dei talenti. Ma qual è oggi il rapporto tra competenza e performance in un contesto in cui la prestazione è sempre più di un network informale in un contesto turbolento e variabile?
Nel mondo del business sta emergendo una nuova forza. Noi l’abbiamo chiamata “collaborazione di massa”. Anche se sono stati Linux, Myspace ad entrare nell’immaginario collettivo, la collaborazione di massa va ben oltre. E’ una nuova modalità tramite cui le persone possono socializzare., divertirsi, innovare e operare all’interno di comunità tra pari a cui scelgono di partecipare. Le imprese possono progettare ed assemblare i prodotti insieme ai propri clienti, e in alcuni casi i clienti possono farsi carico della maggior parte della creazione del valore. Gli scienziati possono reinventare la scienza aprendo i loro dati e metodi in linea con i principi dell’open source, allo scopo di offrire a tutti gli scienziati del mondo (esperti o in erba) l’opportunità di prendere parte al processo di scoperta. Persino i governi possono partecipare, usando i nuovi strumenti digitali per trasformare le modalità di erogazione dei pubblici servizi e coinvolgere i cittadini nell’attività politica. […] Indubbiamente la nuova era della collaborazione di massa apparirà complessa e piena di incertezze, ed è vero che la collaborazione e l’apertura sono più vicine all’arte che alla scienza. I leader devono sviluppare adeguatamente la loro mentalità collaborativa. E le imprese devono dotarsi di capacità molto particolari per lavorare negli ambienti collaborativi. Le capacità di sviluppare nuove tipologie di rapporti, rilevare gli sviluppi significativi, creare un valore aggiunto e trasformare le nascenti conoscenze di rete in un valore di grande richiamo stanno entrando a far parte dell’ABC della creazione di ricchezza e di successo. (Tapscott, Williams, Wikinomics)
“Il progresso della conoscenza potrebbe dipendere anche dall’influenza delle persone ingenue e ignoranti, e in una competizione la vittoria non va necessariamente ai più istruiti” (James G. March)
Non sono riuscito a tovare nessuno studio in grado di dimostrare che la competenza costituisca un vantaggio [nel formulare previsioni]: non c’è nessun rapporto tra competenza e correttezza delle previsioni. (J. Scott Armstrong)
Dare la caccia all’esperto, cercare il grande solutore dei problemi di un’organizzazione, è uno spreco di tempo. Sappiamo che la decisione di un gruppo sarà sempre migliore di quella di un qualsiasi suo componente e che tenderà a migliorare con il passare del tempo me ntre la preformance degli esperti varierà notevolmente a seconda del problema che dovranno risolvere. E’ improbabile quindi che a lungo andare una persona se la cavi meglio di un gruppo. […] Dire che un’organizzazione che riunisce le persone più intelligenti potrebbe non essere la migliore in assoluto sembra un’eresia soprattutto in un mondo continuamente impegnato nella “caccia al talento”, in cui si presuppone che qualche fuoriclasse basti a determinare la differenza tra una società mediocre e una eccezionale. eresia o meno è la verità. Il valore della competenza, in molti casi, è sopravvalutato. (J. Surowiecki, La saggezza della folla)